It's me

Mario Miccoli, Uomo cane, olio su cassetta di legno.

"Anerkuon ASD" è un'associazione sportiva dilettantistica il cui obiettivo principale è la qualità di vita delle persone e dei cani."

Del "mestiere" dell'educatore cinofilo

La componente che potremmo definire artigianale, in quanto acquisibile esclusivamente attraverso un tirocinio pratico, della professione di educatore cinofilo rende poco visibile se non addirittura secondaria o inesistente la componente etica, al contrario imprescindibile e necessaria.

Per quanto l'etica possa apparire ad alcuni concetto sorpassato, se si ha a che fare con esseri viventi dovrebbe essere naturale tenerla come bussola per orientare il proprio comportamento, intesa sia nell'accezione ristretta di ramo della filosofia che si occupa delle azioni buone e cattive (che siano giuridicamente o politicamente considerate tali o meno), sia nella sua versione recente di etica applicata.

 

Dicevamo.

 

Il bisogno di acquisire metodologia e conoscenza degli strumenti di lavoro, in altre parole, può facilmente essere percepito come aspetto unico o prioritario rispetto sia alla necessità di capire prima di ogni altra cosa la natura dell’approccio culturale al cane e all’eterospecifico in generale, sia alla maturazione della consapevolezza  degli aspetti etici e bioetici insiti in ogni professione che metta in relazione esseri viventi.

La padronanza delle conoscenze culturali e della metodologia disgiunta da questa consapevolezza, rischia di trasformare il lavoro dell’educatore cinofilo in un intervento di tipo meccanico e meccanicistico che, prescindendo dal principio di alterità animale (diversità, unicità e soggettività), potrebbe risultare la versione edulcorata del concetto di obbedienza ai comandi.

Riteniamo pertanto fondamentale che, nell’esercizio della propria attività,  l’educatore cinofilo debba:

 

essere competente, cioè responsabile del proprio operato e capace di agire correttamente nel contesto di riferimento

essere professionale, cioè in grado di esercitare la propria attività all’interno di un quadro istituzionale, regolando la relazione asimmetrica tra se stesso e il cliente

cercare di ridurre il gap tra i principi etici e la realtà per essere efficace e efficiente

agire tenendo sempre presenti alcuni dei principi della bioetica:

principio di beneficialità, che comporta l’obbligo di agire anche in considerazione di ciò che è bene per l’animale e la sua qualità di vita

principio del rispetto dell’autonomia, che significa rispetto e riconoscimento dell’alterità animale, che comporta l’obbligo di non strumentalizzarlo  e di valorizzare il suo apporto relazionale

principio di responsabilità, che implica la consapevolezza della responsabilità delle conseguenze prevedibili delle proprie azioni, soprattutto se rivolte a soggetti che non possono decidere

 

Ne consegue che l’educatore che si limiti a insegnare al cane comportamenti ritenuti comunemente adeguati e corretti dagli esseri umani, deroga al suo compito principale, che consiste non soltanto nel favorire la relazione eterospecifica ma anche e soprattutto nel valorizzare il concetto bioetico e zooantropologico che il cane, come ogni essere vivente a nostro avviso, è un essere senziente, soggetto di vita, portatore di bisogni specie specifici e individuali che deve poter soddisfare. L’educatore cinofilo deve infatti promuovere il rispetto dei bisogni fondamentali così come stabiliti da Maslow e rivisti alla luce dell’approccio cognitivo-zooantropologico, che, partendo dalla base, si articolano come segue in una piramide ideale:

 

fisiologici: assenza di fame, sete, sonno. Corretta omeostasi dell’organismo

di sicurezza: avere un rifugio sicuro, godere di tranquillità, sentirsi protetti

di appartenenza: sentirsi parte di un gruppo, di un branco, di una famiglia

di accreditamento: essere accreditato dal gruppo di appartenenza, conoscere il ruolo che si ha nel gruppo

di varietà: affrontare situazioni nuove, variare la quotidianità

di autorealizzazione: realizzazione del sé, del proprio talento, della propria attitudine

 

Purtroppo, se non si è dotati di grande senso di autocritica e non si è aperti al confronto con gli altri, ciascun educatore e ciascun "proprietario" ravviserà in questi elenchi le proprie virtù e i cani, a meno che non si sappia davvero vederli e capirli, non potranno mai dirci se siamo o meno nel giusto.

 

Alessandra Scudella

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