Mission

Guardare all’animale con attenzione, con responsabilità, e infine con amore, non è, allora, un semplice atto sentimentale. Ma un gesto che potrebbe aiutare noi umani a spogliarci della nostra rovinosa superbia, a ricollocarci dentro una logica più ampia del vivente, che in primo luogo ci agevolerebbe, e non secondariamente, nel risolvere tutti i problemi ormai incontrollabili legati al deterioramento del nostro habitat. Ma anche, e non secondariamente, ci potrebbe aiutare a ritrovare una più ‘giusta’ misura del rapporto della creatura umana tra il finito del mondo che abitiamo e l’infinito dei mondi che non conosciamo.

Gabriella Caramore, prefazione a Teologia degli animali, Paolo De Benedetti , Editrice Morcelliana

In queste poche righe ritroviamo il pensiero, il sentimento e l’obiettivo che stanno alla base della nascita dell’associazione Anerkuon.

Scopo principale dell’associazione è infatti la promozione di un approccio non solo al cane ma a tutti gli esseri viventi che si fonda sulla zooantropologia, sul rispetto delle diversità tra le specie e sul riconoscimento dell’alterità di ognuno.

Della zooantropologia apprezziamo in primo luogo la prospettiva rovesciata che ha introdotto nella cultura italiana a partire dagli anni ’90 del secolo scorso nei confronti dell’alterità animale, considerandola non più inferiore (“cifra regressiva” nella definizione di Roberto Marchesini) rispetto all’umano bensì “interlocutore” (“entità referenziale”, R.M.).

Alterità e referenza animale sono concetti indagati e studiati non solo in ambito filosofico e etico, ma anche biologico, neurobiologico e psicologico; i risultati sono importanti dal punto di vista scientifico ma ancor più dal punto di vista delle conseguenze etiche e antropopoietiche (cioè i processi di autocostruzione dell’individuo sociale), poiché aprono aree di indagini fondamentali al fine di dare senso al nostro stare e agire nel mondo.

Altrettanto importanti sono per noi di Anerkuon gli studi sulle piante, esseri viventi alieni rispetto alle forme animali più prossime all’umano ma altrettanto complesse e intelligenti, come risulta dagli studi di neurobiologi, botanici e biologi evoluzionisti, soprattutto italiani (Stefano Mancuso, Renato Bruni, Monica Gagliano, Suzanne Simard, per citarne alcuni).

La nostra associazione, in altre parole, si prefigge di partire dalla relazione tra l’umano e il cane per (ri)costruire un linguaggio attraverso il quale entrare in contatto e conoscere l’altro da sé in tutte le sue manifestazioni, affinché da estraneo diventi familiare.

In un’epoca in cui gli umani vivono in info e tecno ambienti per definizione autoreferenziali e auto implementanti, ci sembra un obiettivo certamente presuntuoso ma altresì necessario, sotto molti punti di vista.

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